Origami: storia e segreti della nota forma d’arte orientale

Origami
storia e segreti della nota forma d’arte orientale

Il termine “origami” deriva dall’unione di due parole giapponesi: ori che significa piegare e kami che vuol dire carta. D’altronde, come tutti sappiamo, “piegare la carta” è proprio la principale abilità di ogni artista che si dedica alla realizzazione di questi manufatti. Se siete curiosi di conoscere la storia, scoprire il significato e provare a mettere in pratica le tecniche di questa particolare forma d’arte, questo articolo è quello che fa per voi.  

Per prima cosa, infatti, cercheremo di risalire alle origini degli origami e di ripercorrere la loro evoluzione nel corso del tempo. Inoltre, sveleremo la simbologia che si nasconde dietro ad alcune delle sagome più conosciute. Per finire, vi insegneremo come si fanno gli origami, cosicché possiate mettervi in gioco in prima persona per provare a realizzarne qualcuno, che potrete esporre in casa vostra o regalare ai vostri cari. 

Storia di un’arte tutta orientale

Abbiamo detto che “cercheremo” di risalire alle origini degli origami perché definire una data esatta non ci è possibile. Facciamo coincidere la nascita di questa forma d’arte con quella dell’introduzione della carta in Cina, ossia nel 103 d.C. Ma la vera esplosione degli origami come espressione artistica avvenne in Giappone intorno al IX secolo d.C., quando i primi go-hei (strisce di carta piegate) cominciarono a figurare durante i riti religiosi.

Dopo la formulazione delle regole dell’Orikota, cioè delle figure di carta piegata, quella degli origami divenne una forma d’arte sempre più praticata per costruire oggetti di uso domestico, ma anche giocattoli per bambini e decorazioni varie. In Europa, ad esporre la prima sagoma di carta, fu un noto prestigiatore giapponese: era il 1860 e tutti rimasero a bocca aperta di fronte ad una gru di carta, la cui testa si muoveva solo tirandone la coda. 

Il significato degli origami

La simbologia tradizionalmente legata all’arte degli origami è un mondo molto affascinante e tutto da scoprire, a cui i giapponesi sono particolarmente legati. Non a caso, nonostante l’esistenza di molti modelli da riprodurre, quelli più comuni hanno un significato ben preciso. La gru, ad esempio, è la regina delle forme di carta piegata e indica un augurio di longevità e felicità per la coppia, ma anche di pronta guarigione per le persone malate. 

Un altro soggetto molto diffuso in questa forma d’arte, ossia la rana, rappresenta il dono più adatto per chi parte per un viaggio o desidera rivedersi al più presto: non a caso, la parola giapponese kaeru, che significa rana, si pronuncia allo stesso modo del verbo “tornare”. Insomma, l’arte degli origami ci insegna come, dietro ad un oggetto che può apparire estremamente fragile o banale, si possano nascondere dei simboli densi di significato.

Come si fanno gli origami

La gru e la rana sono solo le sagome realizzate più di frequente, ma esiste una molteplicità di altri soggetti che possono essere creati semplicemente imparando a piegare nella maniera corretta dei fogli di carta: animali tra i più disparati, ma anche oggetti, cuori, barchette, girandole e tanto altro ancora. Una breve ricerca su internet vi permetterà di accedere ad una grande varietà di guide scritte e di video tutorial su come si fanno gli origami

Realizzare le tipiche forme di carta è un’attività divertente e stimolante, tanto per i bambini quanto per gli adulti e, anzi, può rappresentare un momento di ilarità e condivisione senza pari. Tuttavia, per avere successo con gli origami, precisione e pazienza sono fondamentali: infatti, per ottenere delle sagome ben fatte e belle da vedere, è utile curare in maniera minuziosa la simmetria e la regolarità delle pieghe da effettuare nel foglio. E allora …buon divertimento!